Tsipras, ma perchè?!

Alla fine quello che era diventato il paladino di tante persone, un uomo deciso a difendere gli interessi del suo popolo (il quale popolo si era appena espresso nettamente a favore di questa linea), un piccolo condottiero contemporaneo contro lo sterco mondialista sottoforma di finanza ed economia da sanguisughe in giacca e cravatta propugnatoci dalle istituzione europee e internazionali, il simbolo di come, a volte, il cane piccolo può tirare una bella zampata a quello grande, ha totalmente tradito tutto ciò che rappresentava.

Ed è un vero peccato. Stava cominciando a piacermi davvero, Tsipras. Sì, perchè inizialmente avevo dei dubbi su di lui. Ho 27 anni ma giusto quattro cose le so e di colletti bianchi con la parlantina buona e l’atteggiamento da “io sto con la gente e con i poveri”, per poi, appena messa sotto il sedere la cadrega (“sedia”, in milanese), dimostrare con i fatti il contrario, ne ho visti fin troppi. E Tsipras mi dava quest’impressione. Non riuscivo a credere che un vero oppositore del cosiddetto “sistema” potesse essere sponsorizzato così tanto dal “sistema” stesso.

Pensavo tenesse il piede in due scarpe: da un lato non affondava pesantemente il colpo verso la questione della moneta-debito e dell’Euro, ma dall’altro cercava di attrarre comunque quella parte di popolazione che almeno le balle più palesi diffuse dall’informazione mainstream le aveva capite.

Poi, piano piano, è andato sempre più in profondità con la questione del debito e delle fregature colossali (ops, è vero: gli “aiuti”) che la cosiddetta Troika stava tirando a nastro in faccia ai poveri, in tutti i sensi, greci. Contemporaneamente, da noi e un po’ in tutto il mondo, giornali e telegiornali, politici, economisti, espertoni di finanza e mastri ferrai hanno cominciato ad andare in paranoia completa, usando termini apocalittici, evocando scenari da fame, morte e distruzione come fosse antani con scappellamento a sinistra. Titoloni a cinquanta colonne, oceani di inchiostro ed elefantiache encicliche verbali. Chi lo chiamava “piromane”, che “se la Grecia esce dall’Euro è la fine”, anzi no, ma forse sì. Il delirio.

Arriva il referendum. “Ma tanto i greci non sono stupidi, non voteranno mai il ‘no'”. E infatti il 60% l’ha fatto: ha votato “no” e la figura di palta se l’è meritata qualcun’altro.

Ma proprio quando si pensava fosse fatta, che fosse giunto il momento di affondare definitivamente il coltello nelle budella degli aguzzini col vestito buono e la faccia curata, Tsipras si traveste da Bruto, estrae improvvisamente la lama dal corpo ferito della Troika, e la infilza violentemente nella schiena della sua stessa gente. Per il “sistema” è allarme rientrato: i media parlano dell’accordo trovato come di una vittoria clamorosa, una catastrofe sfiorata, un rinsavimento in zona Cesarini.

A me dispiace. Per molte settimane è stata fortmente alimentata una speranza, sottoforma di un giovane ometto dal Paese di Aristotele, di Platone e della democrazia. Ed è proprio questa speranza la vera vittima di tutta la faccenda. Alexis, questa non possiamo proprio perdonartela. Non ci sono indizi in questo senso, e credo sia soltanto un’ipotesi molto ipoteticamente ipotetica, ma se mai dovesse venire fuori che ‘sta storia è stata tutta una messinscena, che Tsipras ha seguito una sorta di copione politico, così come succede, chessò… da noi, il giovane ometto dal Paese di Aristotele, di Platone e della democrazia meriterà di essere ricordato come un traditore di primissima grandezza, posizionato tra Giuda (capoclassifica indiscusso) e il suddetto Bruto.

Vabbè, dai, sarà per la prossima.

#economia, #elite, #finanza, #grecia, #politica-2, #potere, #stampa, #tsipras

Con chi gioca Monti

E’ passato un bel lasso di tempo dall’ultimo post e me ne scuso, ma tra l’università e mille frizzi lazzi e mazzi vari sono un po’ preso in altre faccende private.Vi propongo un bell’articolo sul robot umanoide comunemente chiamato Mario Monti. Già l’anno scorso vi esplicitai i miei forti dubbi nei suoi riguardi, ricordate? Oggi, sostanzialmente, abbiamo tante conferme sul fatto che quei dubbi fossero decisamente fondati.

(articolo da Byoblu.com)

Per quale squadra sta giocando, Monti, la nostra partita?

Claudio Messora Ultima Parola Stati Uniti d'America Crisi

Quando, esattamente un anno fa, Monti si insediò a Palazzo Chigi, l’unica visione che si era autorizzati ad averne era quella dell’urgenza e della necessità. Lo spread era schizzato allo stelle, i giornali all’unisono titolavano “fate presto!”, l’opinione pubblica era annichilita. Chiunque, mantenendo la calma, si permetteva di “continuare a ragionare” era visto come un pazzo, e sostenere che qualcosa non andava era il modo migliore per farsi isolare come un pericoloso criminale nemico del Paese. Tutt’al più, come il peggiore complottista del secolo (vedi articolo di Pierluigi Battista sul Corriere).

Eppure, bastava fare quattro ricerche online, incrociare un po’ di dati, scaricare qualche documento per rendersi conto che qualcosa stava succedendo, e non era qualcosa di buono per la lunga e travagliata evoluzione delle forme di governo che dal cosiddetto “ancien régime” aveva portato alle grandi democrazie liberali. Qualcuno aveva giocato sporco. Grandi banche come la Deutsche Bank avevano venduto miliardi di titoli di stato italiani, alzando alle stelle i tassi di interesse. Negli ambienti finanziari circolava voce che dietro al bombardamento speculativo ci fosse Goldman Sachs. Un signore sconosciuto alle masse di elettori era stato nominato Senatore a vita e Presidente del Consiglio dalla sera alla mattina. Un altro Senatore, Massimo Garavaglia, rivelò in seguito che una delegazione della Troika, in avanscoperta, aveva precettato ogni singolo parlamentare, costringendolo a dare il suo sostegno a un nuovo Governo che non solo non si era ancora formato, ma che non avrebbe neppure potuto essere in discussione, dato che formalmente era ancora in carico quello di Silvio Berlusconi e le consultazioni con il Presidente della Repubblica non avrebbero dunque potuto essere mai state avviate. Era una nuova marcia su Roma, che avrebbe trasformato il Parlamento in quella nuova “Aula sorda e grigia” che per lungo tempo avrebbe votato qualsiasi cosa, schiacciata tra la paura di perdere tutto e un’opinione pubblica che le avrebbe attribuito la responsabilità di tutti i mali, anche di quelli che avevano origini lontane.

E chi era mai questo Monti, proclamato salvatore della patria da un Presidente della Repubblica che si stava comportando come Vittorio Emanuele III, quando su mandato della finanza e delle élite svuotò il Parlamento di ogni sua efficacia, manovrando segretamente per la firma del Patto di Londra e violentando la sua vocazione non interventista per condurre il Paese dritto nella Prima Guerra Mondiale? Era espressione dello stesso potere che aveva impedito il referendum in Grecia, rovesciando il Governo e ponendolo sotto la dittatura della Troika, e che aveva speronato e poi abbordato anche l’Italia, prendendone il comando per realizzare le sue politiche neoliberiste, che passavano per la costruzione degli Stati Uniti d’Europa e per il processo di deindustrializzazione italiano iniziato alla fine degli anni ’80.

Burocrate europeo di lunga data, membro dell’unica Commissione Europea costretta alle dimissioni in blocco perchè nessuno dei commissari “poteva non sapere”, e soprattutto triumviro della Commissione Trilaterale, la potente organizzazione privata americana nata per volontà di Rockefeller con lo scopo preciso di superare le lungaggini delle democrazie parlamentari, perché (documenti alla mano) “le uniche democrazia che funzionano sono quelle dove la maggioranza del popolo rimane in apnea, ai margini del dibattito politico”, Mario Monti era il potentissimo rappresentante europeo delle lobby americane che aveva lo scopo preciso di costruire gli Stati Uniti d’Europa. Non era un obiettivo secondario, ma una vera e propria missione cui Monti è stato devotamente dedicato per anni (“committed”, come campeggiava in inglese sul suo curriculum).

Il modello doveva “orecchiare” quello degli Stati Uniti d’America, tuttavia con una differenza sostanziale: mentre gli Stati Uniti d’America si erano costituiti dal basso, con una rivolta fiscale nei confronti della madre patria che aveva condotto prima di tutto alla rivoluzione, e poi a una serie interminabile di confronti tra i vari stati per decidere della forma di Governo più opportuna, della struttura bicamerale e della composizione stessa delle camere, attraverso una accesissima sequela di scontri che portarono, secondo un processo eminentemente democratico, al famoso “compromesso del Connecticut”,  il progetto degli Stati Uniti d’Europa è sempre stata un’aspirazione elitaria, portata avanti all’insaputa dei popoli europei e spesso contro il loro stesso volere, come dimostra la lunga sequenza di referendum mai indetti, o che hanno avuto esito negativo oppure che, addirittura, sono stati fatti rifare fino a quando il responso non è stato quello voluto.

Perché? Nelle parole dello stesso presidente del Consiglio si possono scorgere alcune chiavi di lettura. In un incontro tenutosi all’ambasciata italiana di Washington, nello scorso febbraio, Monti ha detto esplicitamente che “Le imprese americane, soprattutto le grandi, sono state sempre tra i fattori di spinta dell’integrazione europea, per il loro vantaggio materiale“. Ed essendo la Commissione Trilaterale una potente rappresentanza proprio delle lobby americane, si comprende come la missione di Monti, alla Trilaterale, dovesse proprio essere quella di lavorare affinché si pervenisse celermente alla costituzione degli Stati Uniti d’Europa. Un obiettivo perseguito non in nome del popolo italiano, al quale la sua attuale carica di capo dell’esecutivo lo legherebbe, ma in nome di organizzazioni economico-finanziario-industriali di un altro continente.

Ma come è possibile forzare stati sovrani, che hanno alle spalle una tradizione secolare di autonomie e tratti identitari? La seconda, rilevante chiave di lettura arriva ancora dallo stesso Presidente del Consiglio, che in una conferenza tenuta all’Università Luiss Guido Carli, rivela:

« Nei momenti di crisi più acuta: progressi più sensibili. Non dobbiamo sorprenderci che l’Europa abbia bisogno di gravi crisi per fare passi avanti. I passi avanti dell’Europa sono per definizione cessioni di parti di sovranità nazionali a un livello comunitario. E’ chiaro che il potere politico, ma anche il senso di appartenenza dei cittadini a una collettività nazionale possono essere pronti a queste cessioni solo quando il costo politico e psicologico del non farle diventa superiore al costo del farle perché c’è una crisi in atto, visibile, conclamata. […] Abbiamo bisogno delle crisi per fare passi avanti, ma quando una crisi sparisce rimane un sedimento, perché si sono messi in opera istituzioni, leggi eccetera per cui non è pienamente reversibile. »

Nel video, che ho presentato durante la puntata di venerdì scorso dell’Ultima Parola, Monti afferma di avere una vera e propria “distorsione“, in relazione al modo in cui si devono creare le condizioni per la costituzione degli Stati Uniti d’Europa. La sua distorsione arriva con tutta evidenza dal progetto che persegue da anni per conto dei potenti ambienti economico-finanziari e commerciali (ivi comprese le cariche in Goldman Sachs, Moody’s, i think tank come Bruegel, gli Aspen Institute, i Forum Ambrosetti, i vari Council di cui è membro, ma soprattutto la Commissione Trilaterale): l’unificazione delle interlocuzioni politiche e commerciali per conto delle lobby americane, ovvero la costruzione dell’Europa politica unificata, da attuarsi mediante lo smantellamento delle sovranità nazionali indotto da una profonda, irrisolta e possibilmente irrisolvibile crisi economica.

Se il progetto è questo, si capisce perché si devono fare manovre finanziarie peggiorative o neutre, inseguendo un modello di austerity incomprensibile che, secondo molti economisti – soprattutto all’estero – rappresentano l’estrema unzione per le economie nazionali: “Abbiamo bisogno delle crisi per fare passi avanti”. Monti, in nome e per conto di quell’1% elitario che gli ha affidato il mandato, ha bisogno di un permanente e profondo stato di crisi, come condizione necessaria perché quei popoli, che hanno sempre detto no agli Stati Uniti d’Europa, quei popoli che invece dovrebbero stare in apnea, ai margini del dibattito politico e non disturbare il manovratore con la loro pretesa di sovranità, assegnata loro da una Costituzione troppo “socialista” e da smantellare nel segno della nuova lotta di classe del terzo millennio, possano finalmente non solo acconsentire, ma chiedere a gran voce che si faccia qualcosa e che si faccia presto, non importa cosa e non importa come, perché rinuncino cioè alla loro storia e ai diritti conquistati nella seconda metà del secolo scorso per farsi capitale umano “cheap” e disponibile per la delocalizzazione della produzione intercontinentale. Da qui lo smantellamento dei diritti e l’unica forma di svalutazione possibile, essendo venuta a mancare quella monetaria: quella dei salari.

E’ per questo che pianse, la Fornero, quando nei primi giorni dopo il suo incarico mise mano allo stato sociale faticosamente costruito e guadagnato dai nostri nonni? Io credo di sì, credo che fosse per questo. Ma un anno fa, quando andai a Matrix insieme a Paolo – che ancora non conoscevo bene -, non potevo sapere che sarebbe stato ancora peggio di quanto, faticosamente, la mia ricostruzione di quei giorni avesse pure in maniera inquietante prospettato. Avevo tra le mani una pagina di un libro di storia, scritta di mio pugno, che sarebbe stata pubblicata solo molto tempo dopo. Non potevo ancora sapere di essere un contemporaneo che, per una strana ed irripetibile configurazione della rete, aveva gettato lo sguardo oltre la siepe, o allungato il collo fuori dalla scatola nera, ‘Out of the box’, come si potrebbe dire usando una metafora cara alla filosofia del pensiero laterale.

#berlusconi, #elite, #monti, #politica-2, #potere

Ci vuole un cambio di mentalità

E rieccomi dopo alcuni mesi di assenza dal mio piccolo nido blogghettaro per sciorinare una questione di discreta importanza.

Il popolo italico è tornato dalle ferie ebbro di tanta cioia, come dicono Ratzinger e più o meno tutti i teutonici ansiosi di parlare l’itagliano. E mentre i media diffondono il terrore psicologico di miliardi di euro mandati in fumo in tre quarti di secondo, di ricamati tagli alle spese dello Stato (leggi “meno soldi per il popolo e più ricchezza per i più ricchi”), la piccola solfa quotidiana è all’incirca la stessa. L’unica differenza è l’aggiunta spropositata di coloriti epiteti rivolti a destra e in alto in impeti furiosi di rabbia hulkiana, con tanto di camicia strappata (i pantaloni, chissà perchè, rimangono sempre interi) e urla animalesche.

In ogniddòve è la frustrazione a dominare. E i canali di sfogo sono: il governo e le banche, puntualmente riempiti di sonore offese verbali e scariche rabbiose di espressioni facciali contornate da un sottile filo di bavetta e gesti corporei degni del peggior ultrà bergamasco (non me ne vogliate).

La soluzione ultima sembra quella del “mandarli tutti a casa e sostituirli con altre persone, migliori”. Ingenui.

Tenuto conto che i veri detentori del potere decisionale rimangono imboscati dietro i pagliacci da tiggì e da quotidiano, la semplice sostituzione di suddetti ciarlatani non risolve nulla: i capi supremi faranno sì che altri ciarlatani, questa volta vestiti eleganti, vadano in primo piano e, beffa aggiunta al danno, ottengano il sostegno spontaneo del volgo al grido di “libertà!” ed altri spropositi simili. Questa rivoluzione andrebbe a puttane in poco tempo.

Sia chiaro, meglio che niente, eh: un bel moto di risveglio non è mai un brutto affare.

Ma, a mio modesto avviso, il problema resterebbe. Perchè? Benissimo, ammettiamo anche che per intercessione divina i supremi venissero defenestrati (nel senso che venissero lanciati dal 160esimo ed ultimo piano del Burj Khalifa). Pensate che, nel tempo, nessuno e dico nessuno riuscirebbe a prendere il loro cadreghino? Che non si formerebbe una nuova èlite? Nah.

Come sempre, o quasi, in questa società si pensa di risolvere i problemi che ci affliggono, quando in realtà si sta iniettando solo un insipido placebo. Ma mentre con il famigerato “effetto placebo” si può anche stare effettivamente meglio, qui è una illusione bella e bona.

Il primo esempio che mi balza al cervello è quello dell’industria farmaceutica. E’ piuttosto banale, in effetti, e il solo parlarne rischia di far cadere in depressione, portandovi ad avere effettivamente bisogno delle “cure” di Big Pharma. Detto brevemente: le aziende farmaceutiche non traggono profitti dal far stare bene le persone, ma dal far perdurare le malattie. E’ piuttosto ovvio, se ci pensate: più la gente sta bene, meno farmaci si vendono e meno introiti ci sono per Bayer e soci.

Il secondo esempio è quello dei criminali, forse meno evidente del primo e proprio per questo più interessante. Cosa facciamo noi, ora, quando (e se) becchiamo un criminale? Lo distruggiamo, sostanzialmente. A meno che non abbia i soldi, certo… In pratica, il ciula di turno viene massacrato, sbattuto in galera e la sua vita è rovinata. Viene giudicato e punito. E in questo modo noi pensiamo di aver “fatto giustizia”, di aver “tolto un criminale dalle strade”, di aver “ridotto la criminalità” e altre fandonie del genere. Fandonie, appunto. In realtà, il problema non si è spostato di una virgola: è lì, come prima più di prima.

Ciò per dire che è inutile prendersela con le persone fisiche attrici del momento. Il problema è a monte: è la mentalità. Basta fermarsi un picosecondo e ragionarci sopra, anche se il lavoro, e “devo fare questo”, e “devo andare di qua”, e “chissà cosa pensa di me”, e “devo dimagrire” e cazzi simili tendono a bloccarci.

La società odierna, come (purtroppo) tutte quelle del passato conosciuto, ha un totem centrale intorno al quale è costruita: l’egoismo. L’idea stessa di “potere” è una rappresentazione dell’egoismo e il voler controllare la massa, dividerla e dominarla, lasciandole soltanto l’insulsa sensazione di essere libera, beh… Fate voi. Chi ha il potere lo protegge a tutti i costi e ne vuole sempre di più: chi ha soldi li protegge e ne vuole sempre di più. Moriranno milioni di persone per l’interesse di pochi? Ecchissenefrega!

I media diffondono quotidianamente paura e diffidenza, in modo da alimentare l’ego e l’istinto di sopravvivenza. Bisogna possedere oggetti, ottenere giudizi sempre positivi dagli altri, essere sempre i migliori, in competizione. Quando non si parla di xenofobia, omicidi, crisi economiche, pessimismo e rassegnazione, quali argomenti vengono tirati in ballo? Il gossip, il calcio (soldi, competizione ed egoismo nascosti dietro un pallone), la cucina e quelle simpaticissime fiction.

Ma il bello? La gioia? L’altruismo, la compassione, le persone vere? No, sempre meno, perchè non puoi fidarti degli altri. Hai sentito di quel russo che ha mangiato un uomo? O di quella donna scippata a Roma, che adesso è in coma? E gli immigrati? No no, io penso per me e stop. Gli altri si fottano.

Ma se invece di pensare ai soldi, al potere e al successo, pensassimo chessò… all’effettivo benessere? Se, così per dire eh, curassimo effettivamente le malattie?
Se, invece di giudicare e punire la singola persona, provassimo a capire la cause del suo agire? E di quello degli altri? E se provassimo a risolvere effettivamente il problema? Non si riuscirà a debellarlo e non sarebbe nemmeno meglio farlo, ma ridurlo drasticamente sì.

E’ piuttosto semplice, per cominciare. Tra le varie conseguenze (che diventa causa a sua volta) della mentalità egoistica dominante, ce ne è una secondo me sottovalutata: ricordare le proprie esperienze in maniera distorta. Mi spiego. Mi è capitato tante volte di sentire persone dire “Eh, la vita è dura. Io ho avuto tante delusioni, tanti momenti brutti. Quelli belli sono pochi, molto pochi. Ho dato tanto e ho preso solo sberle, ma adesso basta” e poi magari aggiungere, in uno sprazzo di lucidità, “Però, comunque sia, è bella la vita”. Ci si dimentica troppo facilmente dei bei momenti per concentrarsi su quello che ci ha fatto male e ciò influenza abbastanza pesantemente la nostra psiche. Una risata, un panorama, uno sguardo, una figura di merda, un consiglio. Le cosiddette “piccole cose”. Non siamo abituati a goderle e, di conseguenza, a ricordarle.

Solo allora si riesce a vedere la vita (o forse è meglio dire “esistenza”) per quella che è: stupenda, nella quale sia il bello che, forse soprattutto, il brutto sono occasioni perenni per crescere ed evolvere. In positivo, non in negativo: occasioni, non punizioni.

E allora fanculo il potere! Fanculo il governo, l’economia, Monica Setta, Studio Aperto e il Papa! Non abbiamo bisogno di voi. Sappiamo come si vive, siamo esseri evoluti, cazzo! Non ci fate più paura e anzi vi esortiamo ad evolvere voi stessi. Ora sappiamo perdonare e non punire, comprendere e non giudicare, amare e non odiare. Siamo liberi con noi e fra di noi, perchè, senza la libertà fra le persone, chiedere la libertà dall’oppressione di qualche dittatura è miopia, anche se non è sbagliato.

La rivoluzione più potente che si possa mai compiere è la drastica riduzione dell’egoismo, che è la mentalità propagandata dal potere e nella quale ci perdiamo inutilmente. Le persone vanno e vengono, per questo è utile solo fino ad un certo punto cacciare presidenti e ministri insieme ai banchieri. Dopotutto, anche loro sono persone venute al mondo dall’unione di uno spermatozoo con un ovulo e sono cresciute sul nostro stesso granellino di sabbia nell’Universo.

Si potranno abbattere governi, girare il mondo sottosopra, e comunque, se la mentalità dominante tra la gente stessa, ancor prima che tra i potenti (che, almeno per parte della loro vita, fanno parte della gente) sarà l’egoismo, nulla cambierà . Ah no, scusate: invece di “fanculo Berlusconi” diremo “fanculo Fini”. Eh beh…

#coscienza, #elite, #liberta, #mente, #persona, #potere

Il ricercatore Daniel Estulin denuncia il Bilderberg al Parlamento Europeo

Il buon Daniel Estulin, che da anni segue le quasi totalmente ignorate dai media conferenze annuali del Gruppo Bilderberg, ha esposto il Gruppo in un bel discorso al Parlamento Europeo. Discorso che è stato tradotto nel nostro idioma e che il vostro modestissimo amicone (io), gestore del blog più importante e discusso nella storia (questo), riporta qui di seguito.
Me la canto e me la suono da solo… Ma dopotutto, il blog è mio 😉

(Articolo da VociDallaStrada.com)

Daniel Estulin: Denuncia del Gruppo Bilderberg al Parlamento Europeo.


Il ricercatore Daniel Estulin ha pronunciato un discorso di fronte la classe politica a Bruxelles, rivelando l’intenzione dell’élite finanziaria di far collassare l’economia globale e trasformare il mondo in una corporazione, della quale loro ne sono i beneficiari.

Signore e Signori,

Siamo oggi nella condizione di cambiare la storia. Finalmente credo che l’umanità abbia un futuro. Una popolazione in un momento demoralizzata e senza scopi sta uscendo da un lungo sogno. In questo risveglio generale, le persone cominciano a fare le domande giuste. Non è più, “cosa otterrò con questo?” Ma “cosa è giusto?”. E’ un fenomeno internazionale di risposta e reazione ad una marcata percezione che il mondo intero è destinato alla catastrofe a meno che noi, le persone, facciamo qualcosa al riguardo.
 

Ho scritto un libro sull’argomento Bilderberg. Il libro, in certo modo, si è trasformato nel catalizzatore di un movimento in tutto il mondo. Adesso, non abbiamo molto tempo, quindi vorrei spiegarvi cos’ è il Bilderberg e perché deve essere fermato.

Nel mondo finanziario internazionale, ci sono quelli che conducono gli eventi e quelli che reagiscono agli eventi. Mentre gli ultimi sono più conosciuti, più numerosi, e più potenti in apparenza, il vero potere risiede nei primi. Nel centro del sistema finanziario globale c’è un’oligarchia finanziaria rappresentata dal gruppo Bilderberg.

L’organizzazione Bilderberg è dinamica, nel senso che cambia con il tempo, assorbe e crea nuove parti mentre si disfa delle parti in declino. I suoi membri vanno e vengono, ma il sistema in sé non è cambiato. E’ un sistema che si auto riproduce, una ragnatela virtuale allacciata agli interessi finanziari, politici, economici ed industriali.

Tuttavia, il Bilderberg non è una società segreta. Non è un occhio maligno che tutto vede. Non c’è cospirazione anche se molte persone con le loro fantasie infantili lo vedono così. Nessun gruppo di persone, e non importa quanto siano potenti, si siedono intorno ad un tavolo al buio, prendendosi per mano, osservando una sfera di cristallo, pianificando il futuro del mondo.

E’ una riunione di persone che rappresentano una certa ideologia.

Non è un Governo Globale o un Nuovo Ordine Mondiale, come molte persone erroneamente credono- Tuttavia, l’ideologia è quella di una Compagnia Mondiale LTD. Nel 1968, in una riunione del Bilderberg in Canada, George Ball, il sottosegretario d’Economia di JFK e di Johnson disse: “Dove si trova una base legittima per il potere dell’amministrazione corporativa di prendere le decisioni che possano colpire profondamente la vita economica delle nazioni i cui governi hanno solo una responsabilità limitata?”

L’idea dietro ognuna di queste riunioni Bilderberg è di creare quello che loro stessi chiamano L’ARISTOCRAZIA DEL PROPOSITO sul modo migliore per gestire il pianeta tra le élite dell’Europa e del Nord America. In altre parole, la creazione di una rete di enormi cartelli, più potente di qualsiasi nazione sulla Terra, destinata a controllare i bisogni vitali del resto dell’umanità, ovviamente dal loro punto di vista privilegiato, per il nostro bene e beneficio. Noi, la classe inferiore (“The Great Unwashed”, come si riferiscono a noi).

Tuttavia, il motivo per cui la gente non crede nel Bilderberg ed in altre organizzazioni che lavorano insieme ed esercitano tale controllo nello scenario mondiale è che la loro è una fantasia cartesiana, nella quale le intenzioni isolate di alcuni individui, e non la dinamica dei processi sociali modellano il corso della storia come il movimento dell’evoluzione delle idee e di certi argomenti per varie generazioni e perfino secoli.

Bilderberg è il mezzo per raggruppare istituzioni finanziarie che rappresentano i più potenti e predatori dei nostri interessi finanziari. Ed in questo momento, questa combinazione è il peggior nemico dell’umanità.

Non possiamo che congratularci oggi, il Bilderberg è diventato un argomento dei mass media corporativi. Non perché questi di colpo abbiano ricordato la loro responsabilità verso noi, ma perché noi abbiamo forzato questa posizione scomoda prendendo coscienza che i presidenti, i primi ministri e i loro piccoli re e regine sono burattini di potenti forze operanti dietro le quinte.

Qualcosa ci è successo in mezzo al collasso economico generale. Le persone in gran misura si vedono soggette a qualcosa che non sempre capiscono. Ma che li porta ad agire in un certo modo, nel loro interesse. Questo è quello che stanno facendo in Grecia. Questo è quello che stanno facendo negli Stati Uniti. Si chiama il principio antropico. E’ come se una marea arrivasse e si portasse via le nostre paure.

La gente, rendendosi conto che propria esistenza è minacciata, ha perso la sua paura, ed il Bilderberg ed altri lo percepiscono.

Forse è per questo che in un recente discorso nel Council on Foreign Relations a Montreal, Zbigniew Brzezinski, uno dei fondatori della Trilaterale, ha avvertito che “un risveglio politico globale” combinato alle lotte interne dell’élite, minaccia di sviare il movimento dal Governo Globale.

Potete vedere che le persone a questo tavolo vengono da diversi trascorsi politici e ideologici- Quello che ci unisce, però- è che tutti siamo patrioti. E quelli che ci si oppongono, quelli che lavorano per le società segrete, che hanno venduto le loro nazioni per un pezzo di carne, sono traditori. Non solo traditori della loro gente e nazioni, ma di tutta l’umanità.

Adesso, l’argomento di questa conferenza stampa è il Bilderberg: Verso una Compagnia Mondiale LT.
Circa sei secoli e mezzo fa, l’economia europea era collassata in quello che è conosciuto come la “Nuova Età Oscura” d’Europa, il più grande crollo economico e demografico europeo dalla caduta dell’Impero Romano. Poi a metà del 14 ° secolo, gran parte del potere dell’oligarchia si è bruscamente disintegrato. Questa disintegrazione eruttò a catena come una repentina caduta della peggior bolla finanziaria di speculazione del debito nella storia (questo finora), quando le case bancarie di Bradi e Peruzzi collassarono. La disintegrazione e caduta della bolla del debito lombardo ha provocato un collasso nel potere dentro le famiglie oligarchiche.

Cosa c’entra questo con il Bilderberg?

La storia moderna si è sostituita alla storia medievale in quel momento quando le istituzioni che singolarmente distinguono la storia moderna dalla storia medievale sono state messe al loro posto. Questo avvenne nel 1439 al Consiglio di Firenze. Quali sono state queste nuove istituzioni?

1) La concezione delle moderne repubbliche stato nazione sotto il governo di legge naturale.

2) Il ruolo centrale nel promuovere il progresso scientifico e tecnologico come il mandato conferito alla repubblica.

Questi due ideali rappresentano un punto cruciale: la loro esistenza come istituzione, in ogni parte d’Europa, ha cambiato tutta Europa perché questi cambiamenti istituzionali hanno aumentato il ritmo dello sviluppo pro-capite e per chilometro quadrato dell’umanità sulla natura.

Quindi a nessuna nazione interessava non progredire e non svilupparsi per la paura di essere lasciata indietro, senza speranze.

Il primo successo avvenne sotto la Francia di Luigi XI, che duplicò il reddito pro-capite della Francia e sconfisse tutti i nemici della nazione. Il successo di Luigi XI ha generato una reazione a catena di sforzi volti a stabilire uno stato-nazione sul modello dell’Inghilterra di Enrico VII.
Un’altra idea chiave che proveniva dal Concilio di Firenze, che in seguito è stato realizzato negli Stati Uniti, è il principio universale del benessere generale, su cui si basa l’intera società moderna.

Adesso, benessere non significa un buon a nulla seduto sul divano mangiando pizza, sbavando, guardando la televisione, mentre aspetta che arrivi l’assegno di disoccupazione.

E’ una questione di immoralità. Qual è l’intenzione dell’esistenza dell’uomo e del governo? E’ quella di provvedere al benessere delle generazioni future dell’uomo. Assicurare la nostra sopravvivenza come specie. Il principio del Benessere Generale, come è stato espresso nel compendio del preambolo della Costituzione Federale degli Stati Uniti, è una legge fondamentale.

Come si relaziona questo con l’attualità? Questa gente vuole un Impero. Questo è ciò che è la globalizzazione. E troppe persone credono che per avere un Impero ci sia bisogno di avere denaro. Avete sentito la frase: L’Elite del Denaro. Ma il denaro non è un fattore determinante della ricchezza e dell’economia. Il denaro non fa altro che far girare il mondo. Il denaro non ha un valore intrinseco.

La mente umana influisce sullo sviluppo del pianeta. E’ così che si misura l’umanità. Questo è il vero significato d’immortalità. Quello che ci divide dagli animali è la nostra capacità di scoprire principi fisici universali. Ci permette di innovare, che di conseguenza migliora la vita della gente aumentando il potere dell’uomo sulla natura.

Vedete, stanno distruggendo l’economia mondiale di proposito. E non è neanche la prima volta. Questo è stato già fatto nel XIV secolo durante la Nuova Età Oscura: eliminarono il 30% della popolazione.

Impero: persone stupide giù. Vogliono distruggere i poteri creativi della ragione.

0 crescita, 0 progresso, Club di Roma (Limiti della Crescita, 1973)

Progetto 1980s Council on Foreign Relations: promuovere la disintegrazione controllata dell’economia mondiale.

Bilderberg 1995: Esigere la distruzione. Come? Distruggendo l’economia di proposito.

La Grande Depressione- Trasferimento della Ricchezza. La Grande Depressione non è stato un evento che che ha spazzato via i capitalisti degli Stati Uniti. E’ stato un evento che li ha resi ancora più ricchi trasferendo la ricchezza della gente nelle mani di quelli che erano già ricchi. E’ così che la Bank of America ha guadagnato miliardi attraverso i pignoramenti nel 1929-1937.

Non credete neanche per un secondo che il più riccho dei ricchi sarà danneggiato dal collasso che sta arrivando. Gli unici feriti saremo noi.

Guardate la Grecia. Quello che stanno cercando di fare è di far collassare il sistema, invece di permettere che la Grecia riorganizzi il suo sistema monetario, stanno imponendo alla Grecia di essere usata, che il debito greco sia finanziato dall’Europa. Ma, questo debito non vale nulla. E’ spazzatura, denaro di monopoli. Quindi chiedere all’Europa che a sua volta sta attraversando la sua debacle finanziaria, di assorbire un debito impagabile, che i greci, certamente, non potranno mai pagare, significa che sicuramente si distruggerà l’Europa. E questo è fatto di proposito, dato che nessuno, neanche Barroso, con tutto il rispetto verso di lui, è assolutamente intellettualmente impedito o Trichet è così stupido.

Disfiamoci della burocrazia di Bruxelles. Licenziamo tutti. Tutti sono mendicanti. Sono inutili. Queste persone non hanno mai fatto niente di utile nelle loro vite. Disfiamoci di Barroso. E’ stato rimandato in storia a scuola. Disfiamoci dell’ipocrita Van Rompuy, non perché è inutile ma perché è maligno e pericoloso. Non è la prima volta che un malvagio vince la sua strada all’ombra verso le viscere del potere.

Vedete, è una questione di leadership ed è una questione di immortalità. Tutti i leader della società, specialmente in tempo di crisi, sono i leader perché si misurano contro l’approssimazione di questo standard. Gente come Barroso, Van Rompuy, il presidente dell’Unione Europea Jean Claude Juncket, Dominique Strauss- Kahn, il direttore amministrativo del FMI, appena possono essere considerati dei leader. In realtà appena possono essere considerati umani, sotto la prospettiva della rappresentazione umana del “Per il Bene Superiore dell’Umanità”.

Adesso, quello di cui vi sto parlando non è un problema scientifico ma un problema morale. Una questione di immortalità. Noi come stati nazione, come gente del Pianeta, crediamo nel futuro dell’umanità? E che tipo di futuro avremo tra 100 o 200 anni? O che ne sarà di noi in 10 mila anni? Abbiamo il diritto di sognare? Se può avere un senso essere qui, allora i cattivi non possono vincere.

Per esempio, ci hanno detto che l’euro deve essere salvato. Che il fallimento dell’euro porterà la caduta dell’UE. E’ una bugia. Invece di una debole e disfunzionale unione monetaria europea ritorneremo ad essere repubbliche stati nazioni indipendenti. L’Europa dei nostri avi.

“La diversità culturale non è solo il segno del progresso, ma una polizza di sicurezza contro l’estinzione umana” Una volta nato, il concetto di stato nazione non muore mai; aspetta solo che appaiano esseri umani valorosi e lucidi per la sua difesa, e che perfezionino il concetto. Così dobbiamo essere una fraternità di nazioni, di nazioni sovrane- unite con lo scopo comune dell’umanità. Fino a quando non potremo portare l’Umanità ad una Età della Ragione, la storia in realtà sarà plasmata non dalla volontà della maggior parte dell’umanità, ma da quei pochi che, con intenzioni buone o cattive, conducono il destino dell’uomo allo stesso modo di come una mandria di mucche è guidata avanti e indietro nei prati e, occasionalmente, anche verso il macello”.
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(Link ai video dell’intervento: parte 1, parte 2, parte 3)

#bilderberg, #daniel-estulin, #elite

L’Illuminati Card Game

Sembra una cosa assurda ma è la pura realtà. Probabilmente lo conoscete già, se avete girovagato un po’ nelle terre insidiose dell’Interrete. Se non fosse così, ve lo presento io; l’Illuminati Card Game, come esplicato dal nome stesso, è un gioco di carte riguardante le cospirazioni e più precisamente gli Illuminati (ma va?). Risale al 1994 e non avrebbe nulla di particolare se non che alcune delle carte che compongono il gioco raffigurano sinistramente eventi che poi si sono verificati davvero.(minchia se scrivo imparato…)

Riporto un articolo di Massimo Mazzucco a riguardo.

(Articolo da LuogoComune.net)

Le Carte degli Illuminati
image Si parla spesso in rete di un particolare gioco di carte, chiamato “Illuminati Card Game”, che appartiene ad una vasta serie di giochi basati sulle diverse teorie che riguardano gli Illuminati, i poteri occulti e il cosiddetto Nuovo Ordine Mondiale. (*)

Ciò che rende questo gioco interessante è la presenza di molte carte che descrivono con anticipo (“Illuminati Card Game” è del 1994) eventi di portata mondiale che sono poi realmente accaduti.
Fra questi spiccano soprattutto la distruzione del Pentagono e delle Torri Gemelle, la cui rappresentazione grafica sembra addirittura ricalcata da una fotografia del fatto reale, avvenuto nel 2001.
Altre sorprendenti “coincidenze“ sono, ad esempio, la pandemia con tanto di “quarantena”, la “manipolazione dei mercati finanziari”, oppure “l’esplosione del vulcano”, che ci ricordano da vicino eventi accaduti di recente.

Ci sono poi immagini più generiche, come la “riduzione della popolazione“, …
… o la “riscrittura della storia“, che corrispondono sicuramente ai sogni più o meno nascosti degli Illuminati del “Nuovo Ordine Mondiale”.


Il fatto che questo set di carte sia stato effettivamente pubblicato nel ’94 sembra fuori discussione, in quanto il gioco è talmente diffuso che se certe carte non comparissero nel mazzo originale, ma fossero state aggiunte dopo, qualcuno lo avrebbe sicuramente denunciato.
Siamo quindi di fronte ad un curioso minestrone di progetti attribuiti al “Nuovo Ordine Mondiale” – alcuni specifici, altri generici, alcuni realizzati e altri no – che di certo non può essere spiegato con una semplice serie di coincidenze.

Fra le varie possibilità, la spiegazione più probabile è che il creatore del gioco, Steve Jackson, abbia ricevuto informazioni riservate da qualcuno che era a conoscenza diretta dei progetti che circolavano nell’ambito del “Nuovo Ordine Mondiale”.
E’ possibile che Jackson sia stato usato come “altoparlante inconsapevole“, a cui vengono passate informazioni da diffondere, in modo apparentemente triviale, con l’intento di rafforzare la pubblica percezione del potere degli Illuminati. Oppure potrebbe appartenere lui stesso al NWO, oppure ancora può essere una persona che cerca solo di sfruttare commercialmente certe informazioni di cui in qualche modo è venuto in possesso. In fondo, la Steve Jackson Games dichiara un reddito lordo annuo superiore ai 2 milioni e mezzo di dollari.

Il caso di Jackson ricorda da vicino quello di certi libri “fortunati”, come ad esempio “Il Candidato Manciuriano”, che hanno saputo descrivere in anticipo vicende che si sono poi realizzate nella realtà.

Vi sono anche autori dotati di intuito particolare, che percepiscono in anticipo certe onde di “sentire collettivo”, come ad esempio “Il Nome della Rosa”, oppure il “Codice da Vinci”, sfruttando al meglio il nascente interesse popolare per certi argomenti “occulti” – o comunque occultati. In certi casi diventa addirittura difficile capire quanta informazione originale esista fra le righe di un libro, e quanta invece sia il riflesso di quel sentire collettivo, introdotto – consciamente o inconsciamente – dallo stesso autore nelle sue pagine.

In realtà, a ben guardare, le carte degli Illuminati non rappresentano nulla di stupefacente, se non l’eventuale conferma che ciò che accade nel mondo sia spesso il risultato di una precisa volontà di un ristretto gruppo di persone. Il primo attentato al World Trade Center risale al 1993, indicando che un progetto di un attentato con esplosivi alle Torri Gemelle dovesse essere in circolazione almeno da quella data (che precede l’uscita del gioco di carte).
Vi è anche una possibilità più remota, più difficile però da sostentare in modo analitico: che l’autore non riceva affatto informazioni esterne, ma che sia dotato di particolari “poteri di preveggenza“, che gli permetterebbero di visualizzare in anticipo eventi che poi accadono nella realtà. A sua volta, si potrebbe teorizzare che questo tipo di preveggenza consista nella capacità di accedere ad un insieme di archetipi, che esisterebbero fuori della nostra dimensione spazio-temporale, i quali vengono ad assumere le forme specifiche degli eventi che poi accadono nel nostro tempo. In questa ottica si può anche spiegare un fenomeno come quello di Nostradamus, le cui quartine, più che anticipare eventi specifici, sembrano rappresentare archetipi universali, sufficientemente dettagliati però da poterli applicare in seguito a certi fatti realmente avvenuti.

Qui però dobbiamo fermarci, perchè stiamo entrando in un territorio assolutamente ipotetico, che non ci permette di utilizzare il metodo analitico, e ci offre risposte che possono avere al massimo un valore individuale.
Di certo possiamo affermare una cosa: man mano che procede il cammino dell’umanità, scopriamo che è sempre più grande il numero di cose che non conosciamo rispetto a quelle che conosciamo. E questo è già un notevole passo in avanti, volendo, che ci possa almeno liberare da quell’ignoranza, travestita da falso sapere, che ci offusca costantemente la vista.

  • Uso il termine “cosiddetto”, per il Nuovo Ordine Mondiale, perchè personalmente ritengo che non esista un solo gruppo di potere, sic et simpliciter, ma che la questione sia molto più complessa ed intricata.

#elite, #illuminati-card-game